Napoli | presentazione del nuovo portale cliclavorocampania e convegno

Tutte le forze sociali devono creare un sistema

per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro

In occasione della presentazione del nuovo portale cliclavorocampania, presso la sede dell'Unione industriali, si è tenuto un convegno sugli strumenti che aiutano nella ricerca del lavoro

di Paulette Ievoli

Severino Nappi
Severino Nappi

NAPOLI | Il nuovo portale cliclavorocampania, con tutti i vantaggi che offre, in quanto piattaforma comune di dialogo tra chi cerca e chi offre lavoro, è stato presentato presso la sede dell’Unione industriali di Napoli, dove si è tenuto un convegno sull’importanza della comunicazione efficiente tra tutti i soggetti del processo produttivo: istituzioni, cittadini, imprenditori, agenzie per il lavoro, Scuole, Università, parti sociali, liberi professionisti. Il portale, nato dalla collaborazione tra Ministero del lavoro e Regione Campania, è accessibile, digitando www.cliclavoro.lavorocampania.it, poi dopo aver compilato il form della registrazione, si possono inserire le proprie candidature e consultare le offerte di lavoro che le aziende pubblicano. Un numero verde è attivo per fornire assistenza agli utenti. E per assicurarsi che il network funzioni bene, verrà costituito un comitato presso l’Arlas, il realizzatore tecnico del portale.

INTERMEDIAZIONE E RETE PER FAR INCONTRARE LA DOMANDA E L’OFFERTA DI LAVORO | Il valore della conoscenza costruttiva tra chi cerca e chi offre lavoro, frutto di un modello di sviluppo che ponga le basi sulla sinergia e la coesione tra tutte le forze, politiche, sociali, economiche, culturali, è un presupposto indispensabile per il buon funzionamento di questo portale, che si inserisce nell’ambito della politica economica che l’assessorato al lavoro della Regione Campania, sta portando avanti attraverso un Piano di Azione per il lavoro: «Campania al lavoro». Il portale dunque, è un pezzo di un’azione complessiva che punta a politiche attive per il lavoro, non assistenziali, ma interventi concreti per accompagnare le persone, dando loro gli strumenti per conoscere, informarsi sul mercato del lavoro. La Regione Campania, è l’unica in Italia, insieme al Veneto a essersi dotata di questo strumento e aver coinvolto anche il mondo accademico. «il Gap dell’Italia sta nella difficoltà a fare rete tra soggetti diversi. Da qui nasce la diffidenza dei cittadini e degli imprenditori verso gli strumenti di intermediazione», dice Francesco Duraccio, consigliere nazionale ordine dei consulenti del lavoro, che auspica: «Un cambiamento culturale, un nuovo modello di comunicazione che non si affidi più alla «Raccomandazione» ma a strumenti istituzionali a servizio di tutte le persone indistintamente. Sulla centralità della persona, si sofferma, Agostino Di Maio, direttore nazionale Assolavoro: «Il centro delle politiche sul lavoro devono essere le persone, i loro bisogni a cui poter dare risposte adeguate. Per realizzare tutto ciò, bisogna inserire le persone in una rete vasta e diversificata di soggetti, che abbiano un obiettivo comune».

INSERIMENTO DEI GIOVANI DIPLOMATI E LAUREATI NEL MONDO DEL LAVORO | Il coinvolgimento delle Scuole e delle Università è importante per l’inserimento dei giovani diplomati e laureati nel mondo del lavoro. Tra formazione universitaria e mercato del lavoro non c’è un filo diretto. Perciò, l’Università come la Scuola, deve inserirsi in questa rete diversificata di soggetti, avviando rapporti di intermediazione continua. Le Università devono seguire il passo del mercato del lavoro, intermediare e interagire con le aziende. Francesco Ortello, dell’Unione giovani dottori commercialisti, mette in evidenza l’importanza dell’offerta formativa che l’Università offre. «Che non deve rifarsi al vecchio concetto di offerta professionale, che soddisfaceva più chi la faceva che chi la riceveva. Ma puntare sui Contratti di apprendistato.

VALIDE OFFERTE FORMATIVE | «I contratti di apprendistato, cioè rapporti di lavoro a tempo determinato in alcune aziende idonee al profilo di ogni studente, durano 18 mesi, e possono essere intrapresi dopo la laurea o anche nel corso della laurea». Inoltre, come evidenzia Lucilla Gatt, professoressa alla facoltà di giurisprudenza dell’ Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa: «È importante formare una coscienza critica, in relazione alla aspettative che lo studente ha dopo la laurea. Il solo fatto di laurearsi non gli dà il lasciapassare per il posto di lavoro. Bisogna valutare la competenza e la possibilità questa possa essere sfruttata, in un contesto che la richieda». Depreca l’attitudine di molti, che continuano a iscriversi alle facoltà di giurisprudenza, senza essere portati per questa materia, considerando tra l’altro il sovrannumero di avvocati in Campania.

LA SFIDA DELLE IMPRESE | Luigi Mascilli Migliorini, professore all’Orientale, spezza una lancia a favore delle Università: «Messe sempre sotto accusa, non considerando che le imprese sono molto meno dentro le loro sfide. Assumono manovalanze, piuttosto che persone qualificate. Le imprese e le Università, devono allargare i loro confini e essere lungimiranti, pensare anche ai nuovi lavori di domani. Essere attenti a come evolve il sistema economico». Anche l’assessore regionale alle Politiche per il lavoro, Severino Nappi, sostiene: «Questi strumenti di intermediazione sono utili solo se l’economia in Campania si sviluppa con un criterio che tenga conto della peculiarità e delle esigenze del territorio. Altrimenti non può crearsi lavoro». E si ritiene compiaciuto per i risultati già ottenuti dal portale: «Ci sono già miglialia di aziende che hanno pubblicato in bacheca le loro offerte di lavoro».

Mercoledì 26 giugno 2013