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NAPOLI | Il crescente aumento dei casi di tumore a Napoli e in Campania è un dato di realtà che non si può mettere in dubbio. «Colpa dell’inquinamento, di sostanze chimiche che vengono utilizzate dalle aziende» afferma con forza Maranta, ex consigliere regionale che si è sempre battuto per la difesa della salute dei lavoratori e dei cittadini.
Il rapporto tra ambiente inquinato e salute, da anni è oggetto di riflessione a livello istituzionale. Ma i risultati ottenuti sono stati scarsi a giudicare dai numerosi casi di malattie diffuse, causate da un’esposizione alle sostanze cancerogene negli ambienti di lavoro.
Nel 1993 le istituzioni hanno affidato la tutela dell’ambiente a delle agenzie regionali, che in teoria dovevano eseguire controlli sulla tutela dell’ambiente. Ma, continua Maranta: «Questi controlli sono stati inefficaci. Perché nulla hanno potuto contro gli intrecci tra mafie, imprenditori e istituzioni che hanno agito senza rispettare le regole e i limiti che regolamentano il diritto all’inquinamento. Di fronte a questi poteri, le agenzie regionali non si sono dimostrate all’altezza di controllare questo sistema corrotto».
Maranta ricorda che già dal 1886 gli studiosi misero in relazione l’uso di sostanze cancerogene e malattie. Ma come spesso avviene, il lavoro della scienza non influisce sulla politica.
Anche se nei giorni scorsi, il consigliere regionale alla sanità, Raffaele Calabrò ha dichiarato che verrà istituito un Registro dei tumori, proprio in conseguenza dei dati allarmanti sull’aumento dei casi di cancro tra la popolazione. E che inoltre si sta attivando un gruppo di lavoro che analizzerà le relazioni tra inquinamento e salute. La Regione prevede anche di utilizzare 60 milioni per finanziare le bonifiche dei territori più a rischio.
Martedì 11 giugno 2013
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