di Paulette Ievoli
NAPOLI | La solita triste scena di un copione vecchio, che non allarma più la gente. Una banda di ragazzini aggredisce una ragazza, derubandola del cellulare e precipitandola nella paura. Avviene a Corso Umberto, nel tardo pomeriggio, l’ora in cui il ritmo delle attività commerciali scorre più lento, protetto dal pensiero stanco che un’altra grama giornata di lavoro volge al termine.
Una squadra di polizia accorsa sul posto, sollecitata da una telefonata anonima, fà un pò di domande al personale degli esercizi commerciali della zona, per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Nessuno ha visto, né sentito nulla. Tutti troppo concentrati sul loro lavoro.
Uno degli agenti infastidito da questo atteggiamento, incalza un edicolante, con questa domanda:«Lei ha l’autorizzazione per il suo esercizio?» Solo allora, si alza un coro stonato di proteste della gente. Un uomo che ha appena acquistato il giornale, risponde all’agente:«Invece di tutelarci da queste bande di balordi, vi mettete a fare indagini sulle persone che lavorano onestamente».
Una denuncia che si alza nel vuoto così come cade nel vuoto dell’apatia, l’ennesima aggressione alla vita civile.
Lunedì 10 giugno 2013
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