di Paulette Ievoli
Si può uscire dalla crisi economica, seguendo un modello locale di sviluppo, valorizzando le risorse del territorio, le antiche competenze e tutto il bello che la Campania offre, in termini di bellezza dei paesaggi, salubrità dell’aria, genuinità e abbondanza dei frutti della terra. Con questo spirito è nato l’evento: « Oscar Green», giunto alla sua VII edizione, promossa dalla Coldiretti-Giovani-Impresa, sostenuta e incoraggiata dalle istituzioni e dai giovani imprenditori, che investono nel settore agroalimentare.
Alla manifestazione, svoltasi alla Camera di Commercio di Napoli, sono intervenuti Fulvio Martusciello, assessore regionale alle Attività produttive, il presidente della Coldiretti Campania Gennarino Masiello, il delegato nazionale Coldiretti-Giovani-Impresa, Vittorio Sangiorgio, davanti a una platea di giovani proprietari di industrie agroalimentari.
« Tra le industrie italiane, quella più in salute è quella agroalimentare», dice Martusciello-«Perché ha saputo cogliere un bisogno avvertito da tutti: quello del benessere. E per benessere và inteso tutto ciò che innalza il livello di qualità della vita». Poi sottolinea: «E dal coraggio e la fiducia di molti giovani imprenditori che hanno investito sulla qualità dei prodotti, lavorati nel rispetto delle norme comunitarie».
Di certo, perché queste imprese possano crescere e affermarsi sul mercato del made in Italy, avrebbero bisogno di garanzie istituzionali come, ribadisce più volte Martusciello: «Bisogna che i prodotti del territorio campano siano contrassegnati da un marchio che li distingua dai tanti prodotti lavorati in Cina, che vengono fatti passare come prodotti italiani. La tutela della provenienza è dunque la madre delle battaglie».
E assicura, in questo senso, l’impegno della Regione Campania, anche in termini di finanziamenti che sostengano la volontà di fare impresa in modo naturale, etico, trasparente, nella prospettiva di creare tanti posti di lavoro. I rappresentanti della Coldiretti suggeriscono: «Insieme all’industria agroalimentare, bisogna valorizzare anche l’artigianato locale come rilancio di un’attività antica, fatta con arte e competenze da secoli, ma che oggi purtroppo è soppiantata dalle multinazionali che producono una serie di articoli fabbricati, privi dell’arte e della tecnica che li ha ispirati». In effetti in un mondo basato sull’apparenza e sulla quantità, piuttosto che sulla qualità e la genuinità, spesso e volentieri, non si riconosce ciò che è falso da ciò che è vero.
Gli antichi saperi e gli autentici sapori vanno quindi riscoperti, ricreati,e con le dovute garanzie, messi sul mercato, per creare un’economia che si ispiri ad un orizzonte di valori sempre più compatibile con il lavoro e la passione umana.
Mercoledì 12 giugno 2013
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